È quella funzione che si esplica nella capacità del genitore di provvedere ai bisogni di accudimento dei figli e di accoglierne ed integrarne le esigenze psico-emotive (protezione, affetto e sicurezza), evolutive e sociali.
I principali compiti genitoriali sono di accudimento, accompagnamento e stimolo alla crescita, protezione e risposta ai bisogni affettivi dei figli.
La separazione implica un paradosso: di fronte alla rottura della dimensione di coppia, il legame va mantenuto poiché non si è più marito e moglie ma si è ancora genitori insieme.
A livello genitoriale bisogna stare molto attenti perché i figli difficilmente rimangono fuori dal conflitto, vi partecipano in maniera attiva o passiva e si sentono spesso anche colpevoli.
L'onnipotenza infantile è quel meccanismo che s'instaura nei bambini più piccoli e li porta a sentirsi responsabili di tutto quanto gli succede intorno, pertanto a credere che sia loro la colpa della separazione di mamma e papà. Diversi i ruoli che possono assumere: testimoni, confidenti, complici, partner sostitutivi, antidepressivi... tutti ruoli non consoni all'età e alla funzione del bambino, che perde la sua dimensione per entrare troppo precocemente nel mondo adulto.
Insieme a sentimenti di angoscia, incertezza per il futuro, non tarderanno ad arrivare sintomatologie legate a somatizzazioni, insonnia, problemi legati alla scuola con relativo disinteresse, stati depressivi, ecc.
Non si può certamente prescindere dalla sofferenza, ma i genitori possono e sono chiamati a comportarsi da adulti e gestire al meglio la situazione attraverso comunicazioni chiare, evitando coinvolgimenti diretti, favorendo il mantenimento del rapporto con entrambi, ridefinendo regole, routine e, non meno importante, trasmettendo amore e rassicurazione, anche accogliendo le emozioni contrastanti dei figli.
Il terapeuta può essere chiamato in causa a livello di mediazione per aiutare nella "nuova contrattazione" e supporto delle delicate fasi che interessano la separazione; oppure quando la coppia non riesce a "separarsi" anche se sembrerebbe voluto e condiviso, per cui si continua attraverso il litigio a mantenere un legame dove i figli vengono spesso, anche se involontariamente, coinvolti; oppure quando a fronte della separazione si creano disagi nei figli, poco visti e che trovano la strada del sintomo per attirare l'attenzione. A volte un figlio può anche attirare l'attenzione attraverso il sintomo per impedire alla coppia di affrontare i reali problemi che porterebbero a lasciarsi. Lo psicoterapeuta aiuta nel prendere coscienza dei meccanismi sottostanti al sintomo e lavora affinché la coppia riesca a separarsi, "elaborando il lutto della perdita" dell'altro, avendo sempre un occhio di riguardo per i figli della coppia e per il loro benessere.