Quella che stiamo vivendo è una vera e propria emergenza sanitaria, sociale, economica collettiva: il Coronavirus o Covid-19 colpisce le sfere di vita delle persone minacciandone l'integrità, non solo fisica, ma anche psichica proprio perché getta in uno stato di insicurezza generale.
Si colloca come un'esperienza traumatica che irrompe nella vita delle persone in maniera imprevista ma di cui, a differenza dai traumi a cui siamo abituati, non si conosce la fine.
Sul presente stiamo tutti "attraversando una tempesta", ognuno con le proprie risorse e strumenti.
Ovviamente chi direttamente coinvolto dalla pandemia (lui o un familiare vicino) è più a rischio rispetto al proprio benessere psicofisico e alla possibilità di sperimentare ora o in futuro i sintomi di un DPTS (Disturbo Post Traumatico da Stress).
Chi perde una persona cara a lui vicino ancora di più e non solo per la perdita ma per l'impossibilità di poter stare vicino e salutare poi con il rito funebre il proprio caro, passaggio utile per superare ed elaborare il lutto.
Questa esperienza tocca tutti, anche quelli che per fortuna non hanno stretto contatto con il Covid-19. Rimanere a casa può piacere e aiutare qualcuno ad avere più tempo per sè, riscoprendosi e riscoprendo la famiglia; mentre per altri è una tortura, un momento difficile e angosciante, costellato da vecchie e nuove paure. È normale e sano avere paura in questo momento, poichè è un sentimento che aiuta a proteggerci e ad avere un "minimo di controllo" sulla nostra vita. La paura è eccessiva quando diventa irrazionale, non ci fa dormire e paralizza.
Accanto a problemi di gestione del tempo e dello stress, si affiancano quelli legati alla gestione dei figli, pure loro da seguire, aiutare nei compiti e monitorare rispetto a come vivono la situazione; e quelli di una convivenza forzata con il partner, con il quale il rapporto magari era già ai "ferri corti".
Senza pensare a chi ha perso il lavoro o che non percepisce stipendio, con tutte le preoccupazioni sul futuro.
Altra categoria a rischio di Burn-out è tutto il personale medico e sanitario, costretto ad un maggior contatto con la sofferenza e la morte, oltre che allontanato a sua volta dai propri valori affettivi per il rischio di contagio.
Come sarà il futuro?
Futuro incerto per tutti, che porterà cambiamenti alcuni positivi, alcuni meno.
È giusto accogliere le preoccupazioni ma cercando di focalizzarsi sul presente, per non essere vittime di uno stato di impotenza e rischiare di cadere in uno stato depressivo.
Come psicologa psicoterapeuta vorrei chiedere a tutti di "non tirare troppo la corda".
Siamo isolati non auto-isoliamoci ancora di più. Utile sentire di non essere soli ad attraversare tutto: ognuno di noi "sta attraversando la tempesta", anche se qualcuno ha una "zattera" e qualcuno una "nave da crociera". Inoltre, anche "chi naviga con la nave da crociera" può sperimentare vissuti di ansia che lo fanno stare male. L'evento traumatico non lo è di per sè, ma dipende da come ognuno lo esperisce e dalla resilienza, ovvero la capacità di adattarsi alle novità avverse.
Prevenire un futuro incerto anche dal punto di vista psicologico è meglio che curare.
Mi rivolgo in particolar modo:
Sono presente on line su WhatsApp e Skype previo appuntamento e con una prima consulenza gratuita.
Ricordate: siamo distanti ma manteniamo il contatto e la vicinanza, prevenire ora è meglio che curare!